Fin dal 1595 il padre gesuita Matteo Ricci - fondatore delle missioni
cattoliche in Cina - aveva richiesto ai suoi superiori a Roma un astronomo,
per poter correggere e aggiornare il calendario cinese, dimostrando così la
superiorità della cultura occidentale (e quindi cattolica) ai Cinesi. La
richiesta fu ripetuta nel 1605 e nel 1608, ma Ricci doveva morire nel 1610
senza vederla esaudita. Il suo successore in Cina, Nicola Longobardo, riuscì
invece a farla accogliere dal Pontefice, il quale inviò in Cina, nel 1619,
ben 22 missionari, tra cui parecchi matematici. Tra questi era Johann Adam
Schall von Bell di Costanza - alunno romano del Collegio Germanico e uditore
delle lezioni tenute da Galileo a Roma, presso il Collegio Romano - il quale
portava con sè il primo cannocchiale arrivato in Cina.
Von Bell, dopo aver predetto l'eclissi di Sole del 21 giugno 1629 con una
precisione molto maggiore di quanto avevano fatto gli astronomi di corte
cinesi e maomettani, ebbe l'incarico dall'Imperatore di preparare la
correzione del calendario, opera cui si dedicò assieme al milanese Giacomo
Rho e con la collaborazione epistolare di Keplero: l'aiuto di Galileo,
ripetutamente richiesto, fu di fatto negato da questi.
Di questo periodo è una vasta produzione scientifica in cinese di von Bell,
tra cui questa grande opera cartografica in otto pannelli, il cui titolo
generale è Due carte generali delle stelle al nord e al sud
dell'equatore. Due esemplari si trovano presso la Biblioteca Vaticana,
uno dei quali (mss. Barberini Orient. 149) fu fatto per essere montato
su di un paravento per il Consiglio Privato dell'Imperatore ed è in magnifici
e smaglianti colori, con le stelle dorate.
Il Museo della Specola ne possiede solo quattro pannelli. Tre di questi
illustrano l'emisfero boreale, con il Polo nord al centro, la Via Lattea e le
stelle visibili ad occhio nudo.
Le osservazioni per la realizzazione della carta furono fatte a Pechino con
l'ausilio di astronomi cinesi e con l'aiuto del cannocchiale, a dimostrazione
della modernità del lavoro di von Bell. Le coordinate delle stelle sono
all'anno 1628. In una legenda sono riprodotti i simboli delle sei magnitudini
delle stelle e delle nebulose.
Nel quarto spicchio - erroneamente inserito alcune decine di anni or sono
nella carta geografica di Matteo Ricci [scheda 65] - si trova la
presentazione dell'opera, scritta dal cinese Paolo Siûcoamcchi (Hsû
Kuang-ch'i), collaboratore di von Bell. Vi sono rappresentate, dall'alto, le
carte delle opposizioni e congiunzioni di Giove, Marte e Venere, separate da
due strumenti d'osservazione - un teodolite dell'eclittica e uno strumento
azimutale - il cui utilizzo è illustrato a lato, nella legenda. Le carte sono
state eseguite da un alto impiegato dell "Ufficio di Astronomia",
collaboratore di von Bell, Wu Ming-chu.
Nulla si sa riguardo alla provenienza di questi cimeli. Una ipotesi è che
siano giunti a Bologna tramite il gesuita Giovan Battista Riccioli
(1598-1671), professore di lettere umane, filosofia, teologia e astronomia,
prima a Parma, poi a Bologna: nelle sue opere, infatti, parla di Matteo Ricci
e dell'astronomia cinese.
Per una dettagliata descrizione della carta ed una bibliografia su di essa
vedi il lavoro di padre Pasquale D'Elia, pubblicato su Coelum nel 1958; per
la biografia di Schall von Bell vedi, invece, Väth (1933) e il recente
International Symposium del 1992, a lui dedicato.
P. D'Elia (1958), p. 41.
International Symposium on ... Johann Adam Schall von Bell, S.J.
(1992).
A. Väth (1933).